Unboxing
Così come per le altre recensioni, ecco come si presenta il modello “senza scatola”: 206 pezzi – minifig compresa – suddivisi in quattro buste di plastica. Come sempre, mi sono fatto spedire il tutto senza scatola originale. I tempi di spedizione sono stati leggermente più lunghi questa volta, superando le cinque settimane. A parte questo, il tutto è arrivato senza problemi di sorta.
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Il logo non induce certo all’ottimismo: la scritta “star” è platealmente copiata da una galassia lontana lontana, a differenza del logo Earth Border che, Engrish a parte, aveva ed ha una sua originalità. Tuttavia, cerchiamo di essere ottimisti…
Anche questo è un kit “militare”, per cui quello che ci attende è un milite agguerrito pronto ad affermare l’egemonia della sua gfazione, nientemeno. Notiamo però che il guerriero in questione presenta una faccia con due discreti baffoni: niente di meglio per intimidire il nemico.
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Siccome il punto debole dei modelli Gudi sono le minifig (o meglio: il montaggio delle mani) questa volta mi sono premunito: cotton fioc, olio d’oliva e, meraviglia! le mani sono entrate senza sforzo alcuno. Il problema è che sono comunque troppo lunghe per le braccia. A parte questo – e i baffoni – nulla che non abbiamo già visto.
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Procediamo ora nel montaggio: se la minifig è in qualche modo inferiore allo standard, dove i Gudi brillano è nella qualità dei pezzi. La presa è leggermente superiore a quella Lego, e uno dei motivi per cui ho scelto questo modello è per i giunti.
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Fin qui, tutto bene: di giunti e cerniere non ce n’è mai abbastanza. Il modello sembra promettere bene.
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Potevano mancare due lanciagranate? ovviamente, NO!. Notiamo che questa volta la Gudi ci fa un po’ la figura della lima sorda, risparmiando su quattro-diconsi-quattro tondini 1x1 piatti che avrebbero reso un filo più carino il kit. Vabbé.
Esaminando i pezzi particolari, ce ne sono alcuni che non hanno un equivalente nel mondo Lego, già visti in precedenza:
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Ma il pezzo particolare più interessante è questo: un invertitore di polarità :-)
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Non che chez Lego non si possano fare cose del genere: due bracket e voilà, ecco un invertitore di polarità. Però dei pezzi così sono innegabilmente molto, molto comodi.
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Dopo questo inciso, proseguiamo nella costruzione, ed ecco il modello finito:
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![gudi_vorox_13.jpg](./images/vorox/gudi_vorox_13.jpg)
![gudi_vorox_14.jpg](./images/vorox/gudi_vorox_14.jpg)
Il modello finito… beh, non è nulla di particolarmente eccezionale. E’ snodato, posabile e tutto, ma più che un centauro evoca un camionista dello spazio. Inoltre, i giunti della spalla lasciano molto, troppo a desiderare: occorre fare molta attenzione nel posare le braccia, perché l’attacco non è certamente dei migliori. Insomma, un modello da esposizione anziché da gioco.
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Paradossalmente, fa più bella figura un pezzettino dello scudo del Centauro: è un perfetto caccia spaziale in formato micro-scala: posabile, modificabile e _swoosh_abile.
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![gudi_vorox_17.jpg](./images/vorox/gudi_vorox_17.jpg)
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In definitiva?
Rispetto ai due modelli precenti questo è una piccola delusione.
La qualità dei pezzi non è cambiata: è molto buona, molto simile a quella Lego. Diverso è il discorso delle minifig: discrete, ma con margine di miglioramento.
Quello che mi ha lasciato un po’ così è la scarsa cura del modello: è molto apprezzabile il fatto di voler fare una linea propria originale (logo a parte), però ci sono certe scelte progettuali che sarebbero state risolte con alcuni pezzi e un po’ di cura in più. Insomma, sufficiente, ma nulla più.
Gudi, puoi fare di meglio, molto di meglio. Ah, tra parentesi:
CAMBIA NOME ALLA LINEA O METTICI LE “O” DOVE CI VOGLIONO.