Kreo Pack (C) Amazon

me la sono comprata senza farmi troppi problemi. Perché?

Il primo motivo è il prezzo. Per 9,90 EUR mi sono portato a casa una scatola di dimensioni superiori a quelle del Secchiello Creativo lego, con tre modelli dall’apparenza sofisticata per un totale di 279 pezzi: direi un buon prezzo.

Il secondo motivo è dovuto al produttore. La Hasbro non produce direttamente le costruzioni, bensì subappalta il compito alla coreana Oxford Toys. Cercando sulla Rete, i giudizi sulla Oxford sembrano essere lusinghieri. In poche parole, se Lego è la numero 1, Oxford sembrano essere dei solidi numeri 2…..

Il terzo è la curiosità: ho già avuto a che fare con marche compatibili, in particolare con Megablocks (esperienza mediocre-negativa) e con Unico (azienda Italiana produttrice di cloni duplo, esperienza buona).

Volevo quindi vedere quanto detto in rete della Oxford era vero.Il quarto è che il mio piccolo adora le costruzioni e tutto quanto abbia uno chassis e delle ruote. Proprio come il papà :-)

Ma bando alle ciance: si proceda, senza indugio alcuno, con la recensione!

La Scatola

Sul packaging non c’è proprio nulla da dire. Questo value pack si presenta come una scatola di plastica rossa grande più o meno come un foglio A4 ed alta circa una ventina di centimetri, quindi ottima come contenitore per dei mattoncini.

La scatola è tenuta chiusa da una fettuccia in plastica; il coperchio, tuttavia, si chiude ad incastro. Insomma, una oggetto che da solo vale almeno un euro e mezzo-due.

L’etichetta presenta in diverse lingue il contenuto. Tuttavia, tanto per raffreddare gli entusiasmi, precisa che i modelli non si trasformano, ovvero: o crei la macchina o crei il robot (o metti in moto la tua fantasia e ti crei qualcos’altro). Il luogo di produzione indica Corea e Cina, con il confezionamento avvenuto in quest’ultima nazione. Quanti e quali pezzi sono stati prodotti in Corea e quali in Cina, non ci è dato sapere.

Dentro la scatola si trovano otto bustine di plastica di bassa lega contenenti i vari pezzi, senza nessuna relazione tra bustina e modellino. Da una parte sia il bimbo che il genitore può essere confuso da questa scelta; dall’altra, non ricordo che nelle istruzioni dei lego anni ‘80 ci fossero, per esempio, indicazioni del tipo: separate i mattoncini per colore prima di iniziare la costruzione; lo si dava per scontato e basta.

Infine, ci sono le istruzioni: tre librettini che contengono le indicazioni per montare l’autoveicolo o il robot. Il primo aspetto è positivo, dal momento che sembrano essere piuttosto chiare. Iniziamo quindi con il primo modello, che è….

Bumblebee

Bumblebee è il più piccolo dei tre modellini in questione (75 pezzi)

In forma di macchina si presenta come una piccola vettura sportiva gialla e nera, dall’aspetto abbastanza grintoso, mentre come robot si presenta come un robottino con dei piedi assai sovradimensionati per la sua altezza.

Aprendo la confezione sono subito evidenti le differenze con i Lego.

Tanto per incominciare, sui 75 pezzi che compongono il modello, almeno una trentina non hanno un equivalente Lego.

Risaltano all’occhio le giunture per le gambe, pezzi con terminazioni sferiche coperte da uno strato gommoso. Complementari ad esse, ci sono i piedi e le metà del bacino, che terminano in alloggi sferici fatti per connettersi ai mattoni di cui sopra.

Il fatto che siano pezzi speciali non vuol dire che non si possano connettere con il resto dei componenti, anzi! Come forma, sono dei mattoni di 2x4x2 di altezza, sagomati in un modo particolare ma al tocco piuttosto ben fatti.

Vi sono anche delle cerniere particolari fatte da due pezzi piatti di 2x2 combinati, che possono ruotare solo di 180°.

Queste cerniere vengono usate in un paio di modelli per le braccia, e sarebbe simpatico averle anche nei set Lego.

Pezzi speciali Oxford

Oltre alle giunture, ci sono altri mattoncini che attraggono la mia attenzione: un pezzo unico che sembra il risultato di una combinazione di una tegola 2x1x2 con un piatto 2x2; un mattoncino 2x1x2; Il pezzo di 4x6 sagomato come cofano… diviso in due parti; due pezzi sagomati a foggia di paraurti. Insomma, lato originalità, la Oxford ci ha messo del suo.

Lato colori, i mattoncini colorati hanno una finitura meno riflettente di quella Lego. Per quanto riguarda il rosso e il blu, la tonalità è comunque identica, mentre il giallo, pur essendo carico, vira un pelo di più verso l’arancione rispetto al giallo Lego. Teniamo presente che il giallo è un colore critico: persino nei modelli Lego (31002, sto parlando proprio con te!) è possibile trovare due tonalità di giallo diverse…

Ed ecco la prima sorpresa. Negativa. Le ruote sono di plastica dura nera, ‘nobbuono!. Una volta montate, occorre metterci sopra un coprimozzo. Uno di questi ultimi presenta una piccola sbavatura da taglio del pezzo, cosa che, fortunatamente, non ne impedisce l’utilizzo.

Istruzioni e montaggio

Le istruzioni sono abbastanza chiare, tranne in un paio di punti dove non si capisce bene dove piazzare un paio di pezzi piccoli. Nulla di particolare, però.

Appena iniziato il montaggio mi accorgo di un piccolo particolare. Occorre spingere un bel po’ per incastrare i pezzi gli uni con gli altri. Inoltre, a livello di progettazione del modellino, avrei qualcosa da dire, visto che in certi punti gli incastri non sono proprio a regola d’arte (niente mattoncino alternato, spazi vuoti all’interno del modellino…cose così)

Quasi per caso, mi accorgo del secondo (e ultimo, fortunatamente) punto negativo del modello: attaccando un piatto 2x4 ad un connettore angolare 4x2 il pezzo piatto salta via. Già, salta, manco fosse una pulce o un fagiolo messicano.

Provo a cambiare pezzo piatto. La cosa, fortunatamente, non si ripete.

Provo a rimettere quel pezzo piatto. Salta.

Provo a posizionare il pezzo piatto su un altro connettore. Non salta.

Insomma, ho beccato due pezzi la cui mancanza di elasticità provoca questo effetto assai poco gradito. Per fortuna il resto dei 279 pezzi dei tre modelli non soffre di questi problemi, però, cara Hasbro: se vuoi tentare la scalata al cielo, le licenze prestigiose (Star Trek, Transformers, Battleship e ora Dungeons and Dragons) non bastano. Cura i fondamentali. Lo fai già meglio del resto delle clone brands varie, ma sei ancora al secondo posto.

Terza e ultima cosa: dopo aver smontato e rimontato Bumblebee per oltre una dozzina di volte mi sono accorto che la presa dei mattoncini è lievemente diminuita. Se al primo montaggio occorre fare forza per incastrarli, al decimo basta spingere delicatamente, senza che – per il momento – la presa diminuisca. Ah, e il problema del mattoncino salterino non si è più presentato. Vediamo quanto reggeranno i pezzi…

Se siete interessati ai prodotti Kre-o, consolatevi: questi sono gli unici aspetti negativi che ho trovato sinora. Da qui in poi, la strada è in discesa.

Foto bumblebee

Nonostante il loro aspetto grezzo, i modelli sono giocabilissimi, e sorprendentemente robusti. Il mio piccolo li adora,soprattutto in forma macchina. I pezzi, pur essendo particolari, non impediscono la costruzione di modelli alternativi, anzi. Ho costruito un walker stile Mechwarrior, una macchina da corsa futuribile e una mini astronave.

Walker1

Walker2

Io apprezzo moltissimo questa possibilità, abituato ai vecchi modelli Legoland che presentavano almeno due-tre opzioni alternative.

Foto robot

Lato robot, la cosa divertente è che, avendo le ruote dietro la schiena, è possibile posizionarlo di modo che sembri uno slittinista :-)

Insomma, se non fosse per quelle dannate ruote di plastica dura e per la coppia di mattoncini salterini sarei contentissimo del modello, invece sono costretto a dargli non più di 7.

Optimus Prime

Un po’ perché è il capo, un po’ perché è il modello di mezzo, sia come numero di pezzi, sia come complessità, Optimus Prime è il modello che mi ha attratto di meno. Non perché sia fatto male, anzi. Semplicemente,è il modello che piace di meno (ma, in versione camion, piace al piccolo).

Optimus Camion

Esaminando i pezzi speciali, noto una tegola inversa 1x3 fatta “a gradino”, con una sezione 1x1 alta 3 e l’altra alta 2. Pezzo particolare, che – come tutti i pezzi alti 2 – farà storcere il naso ai puristi. Oltre a quella, c’è anche un misto tra un cheese e un bow, creato presumibilmente per evitare potenziali rogne legali. Pur avendo unaforma speciale, il pezzo è tranquillamente riutilizzabile per eventuali MOC.

Anche qui troviamo le tremende ruote di plastica. Il fatto che Optimus Prime sia il leader degli autobots non lo ha salvato da un fato peggiore dello sfasciacarrozze, ovvero delle ruote assolutamente non all’altezzadi un gioco di costruzione che si rispetti.

L’attacco delle ruote, sia in questo caso, sia che per bumblebee è assolutamente compatibile con le ruote Lego. Per cui, se non vi disturba mescolare i pezzi, sappiate che potete dotare il transformers di pneumatici decenti.

Optimus prime

Alla fin fine è un modello gradevole da costruire e da giocare, e, in entrambe le forme, ben disegnato (sto pensando di provare a fare un equivalente lego in LDraw per vedere come viene).

La plastica è buona, la presa è buona e non ci sono problemi di mattoncini salterini. Tuttavia ci sono le orribili ruote. Per me è inconcepibile un qualsiasi simil-lego con le ruote di plastica dura, per i seguenti motivi:

  • Sono illogiche: una macchina ha le ruote gommate.
  • Sono poco pratiche da usare su superfici dure: il modello pattina.
  • Sono anche meno belle da vedere.

Quindi, caro Optimus Prime, al di là del 7,5 non andiamo.

Autobot Jazz

Questo modello è di una categoria diversa rispetto a quelli visti sinora.

Mentre i precedenti erano dei modelli assolutamente basic, sia come complessità, sia come numero di pezzi, Autobot Jazz è più grande e lievemente più complesso, contando circa 120 pezzi.

La prima cosa che salta all’occhio è il colore di gran parte dei mattoncini. Probabilmente per simulare un effetto metallico, sono marmorizzati con due tonalità di grigio.

L’effetto ottenuto ispira sì il metallo… ma quello usurato. Non conoscendo la serie dei Trasformers, non so se sia voluto o meno. Da un punto di vista del costruttore, si ottiene un effetto strano: i mattoncini, pur legando bene tra di loro, sembrano leggermente più staccati, anche se non lo sono per niente.

Per quanto riguarda i pezzi speciali qui fanno la loro comparsa due vetri di dimensione 2x3x1 simmetrici, che composti fanno un solo parabrezza e l’alettone posteriore di Autobot Jazz versione automobile, che è un pezzo unico, sagomato e dalla utilità ben definita e limitata.

Lato design, il modello è il più debole dei tre. La versione automobile dovrebbe essere una macchina sportiva; non ci somiglia per niente. Le portiere sono tenute al loro posto… da una barra anti-intrusione che attraversa l’abitacolo per tutta la lunghezza (mi dite come entano le minifig?).

Le uniche cose che lo salvano sono il fatto che, in un contesto post-apocalittico come Ken il Guerriero o Mad Max, questo modello fa decisamente la sua figura e…

…momento di commozione…

…le ruote di questo modello sono…

GOMMATE!!!!

Jazz auto

E non della gomma dura delle ruote lego standard: la mescola di cui sono fatti i pneumatici di Autobot Jazz è più morbida ed elastica rispetto a quelle Lego, e anche come grip non scherza.

Tornando al modello, il robot è ben fatto, ma molto simile ai due precedenti. I tanti pezzi permettono la creazione di modelli simpatici, ma non vi illudete: qualunque cosa proviate a creare, quello che otterrete sarà sempre qualcosa con un aspetto o post-apocalittico o, nella migliore delle ipotesi, steampunk.

In definitiva a questo modello do 8-. Il design è passabile, la presa dei mattoncini è buona (anche per quelli metallizzati), la marmorizzazione rappresenta uno stacco gradito dai colori pieni dei lego e le gomme sono di ottima, ottima qualità.

Robot Jazz

I Kreons

Per evitare magagne legali, la Hasbro ha commissionato la sua versione delle minifig, i Kreons: sono abbastanza compatibili con i mattoncini delle marche più diffuse, (si incastrano, ecc. ecc.) ma sono incompatibili con le minifig della Real Casa.

Le differenze evidenti sono:

  • I Kreons hanno la mascella!
  • Sono più snodati
  • Le braccia hanno le spalle ma sono dritte
  • A livello di copricapi e teste sono incompatibili con i lego, se non sforzando i componenti (no buono!).

I kreons!

Giudizio finale

Che dire? A mio immodesto parere il set in sé vale i suoi soldi in pieno, sia per la scatola, sia per i modellini. Da un punto di vista del modellista Lego, ci sono quel paio di cosette (le gomme di plastica (pèuah!)e i mattoncini salterini che tolgono voti al giudizio finale.

Ho comperato questo set anche per vedere come lavorava la Oxford, e devo dire che sono rimasto moderatamente soddisfatto. Mi piacerebbe prendere qualche set della loro produzione coreana (cercate Iron Cop Oxford Toys su google, per avere un’idea) ma, allo stato delle cose, vuol dire almeno 11 eur di spese di spedizione. Vedremo.

In definitiva il mio voto è di 7,5: un set tutto sommato godibile con i propri figli, che permette diversi tipi di gioco e di buona qualità (se volete vedere qualcosa di orrido, cercate Best Lock).

Il mio dubbio, espresso nella recensione di Bumblebee, è quello di vedere la durata nel tempo di questi mattoncini. Vediamo fra qualche mese. Nel frattempo, visto che 279 pezzi non sono pochi, vediamo di fare qualche MOC interessante provare poi a portarlo sotto Lego, magari in forma digitale usando LDD.

Nel frattempo, build on!